Rispondi a: Ciao a tutti…

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LineaSulBordo
Partecipante

Sono stata assente per un bel po’ da questo forum, vorrei sfogarmi aggiornandovi un po’… Non riuscivo nemmeno a trovare il mio post di presentazione…
Sono passati molti mesi dall’ultima volta che ho scritto, sono partita per Milano e avevo iniziato il corso che desideravo tanto, finalmente ce l’avevo fatta, anche se con un mese di ritardo. Era tutto nuovo per me, la città meravigliosa e le persone ancor di più. Dopo anni riuscivo finalmente a dire che stavo “bene” a chi me lo chiedeva. A Natale sono scesa nuovamente nella mia città e l’ho rigettata. Sono caduta nuovamente nel tunnel dell’ansia somatizzata, mi era tornata la nausea, ma sono tornata lo stesso a Milano per finire il corso. Il primo giorno di lezione avevamo dei compiti da svolgere ed io non li avevo fatti mi ero ridotta all’ultimo come al mio solito non riuscendo a portarli al termine, così ero in uno stato di agitazione molto forte. All’uscita, litigo con il mio ex ragazzo col quale avevamo deciso di restare amici e lui inizia ad attaccarmi, non rispondeva alle chiamate e sono andata nel panico: ho iniziato a tremare, sudavo freddo e la nausea mi impediva di muovermi. Ero al telefono con mio padre che cercava di tranquillizzarmi, io ero in metro che mi muovevo in continuazione in preda a questo attacco e sproloquiavo sul fatto di voler andare a ricoverarmi all’ospedale San Raffaele perchè mi sentivo di morire; la signora seduta di fronte a me ha recepito subito i segnali e mi ha fatta sedere, si è offerta di farmi compagnia e riaccompagnami a casa e cenare con me, finchè non è arrivato il cugino di mio padre per portarmi a Lacchiarella a riposarmi per due giorni. Dopo la cena, la nausea e l’ansia mi erano scomparse dopo due ore di agonia.
L’ansia poi era definitivamente tornata e spesso saltavo le lezioni perchè non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto finchè, un giorno, in preda alla disperazione, ho deciso di tornare per un paio di settimane nella mia città natia per curarmi e tornare su stando meglio, nel frattempo c’era il ragazzo che premeva e mi aveva lanciato un ultimatum sullo stare insieme oppure radiarmi da ogni dove, cancellandomi e bloccandomi ovunque. La mia paura dell’abbandono l’ha avuta vinta e, una volta tornata in questa maledetta città, ci siamo rimessi insieme.
Nel frattempo i giorni passavano e le settimane anche, ed io chiedevo in continuazione ai miei di poter tornare a Milano. Abbiamo chiamato il direttore per chiedergli se con il mio numero di assenze mi avrebbero comunque ammesso all’esame. Il responso è stato negativo, ed ora sono bloccata qui. Quando ho saputo della notizia, il mio allora ragazzo si era rifiutato di uscire perchè non voleva sentire le mie lamentele. Nel giro di meno di due settimane ero ricaduta in tutti i circoli viziosi: alcool, sfogarmi sul cibo per nervosismo, pensare ad altre persone con cui avevo tagliato i ponti ed i legami ma che ancora mi attraevano… Dal responso ho deciso di iscrivermi in palestra, smettere con l’alcool e mangiare sano.
Ho lasciato il mio ex qualche giorno fa perchè la realtà è che non mi è mai piaciuto nè mi soddisfaceva in nessun lato della relazione, nè perchè io sia pronta per averne una.
Sono sola ora, non ho nessuno con cui parlare e, se comunque ce l’avessi, non fare altro che riempirlo/a di coltellate interiori che mi affliggono giornalmente, non riuscirei a distrarmi. Il momento più duro della giornata è la sera, l’abitudine si era forgiata ed ora è svanita.
Nel frattempo, i medici mi hanno diagnosticato la distimia, e tanti tasselli della mia vita sono tornati al loro posto con questa scoperta, ma non fanno nulla per curarla. Non mi hanno dato niente di farmacologico. Spingono perchè io ci riesca da sola, ma la realtà è che non ce la faccio senza un apporto del tipo. Solo la psicoterapia non mi basta. Sono anche narcisista (diagnosi) perchè la realtà è che mi piace questa situazione di malessere, paradossalmente, perchè posso fare la vittima, lamentarmi e non fare nulla per avere più attenzioni, che sono sempre più scarne.
Sono paranoica.
Ho assistito alla laurea di 3 miei amici e mi sono salite le lacrime agli occhi ogni volta che annunciavano il voto. Tornando da fallita, è stato spregevole assistere al successo altrui.
Mi sono anche chiesta, truccando la mia amica per il suo grande giorno, se quella fosse davvero la mia strada o se fosse solo uno dei tanti hobbie che ho accumulato e abbandonato, col tempo.
Non so più chi sono, non so cosa voglio essere, non so più nulla.
Oggi ho una festa ma non ho alcuna voglia di andare, complice anche l’influenza.
Mi sono fatta un taglio, dopo 5 mesi che non lo facevo, ed è stato il periodo più lungo.
Il fatto è che non mi sento compresa dalla maggior parte delle persone, quasi da nessuna, nemmeno dagli specialisti.
Si capisce che sono giù di corda, vero? :unsure:
Scusate tutto questo sproloquio…

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