Sbagli se pensi che noi ti diamo giudizi. Noi non ti abbiamo mai giudicato, cerchiamo solo di farti riflettere sui fatti che tu ci racconti che riguardano te e la tua vita.
Se tu non vedi neanche una cosa positiva nella tua vita è perché sei accecato dalla brama di ricchezza e perché odi gli altri senza vederli veramente. Gli altri non sono solo quelli belli ricchi e felici, che stanno meglio di te, ma anche tutti quelli brutti, poveri e malati, che stanno peggio. Hai una vista selettiva, vedi solo quello che ti manca, non quello che hai.
Ecco le prime cose che ci vengono in mente. Che tu sia nato in Italia e non in Africa, fatto che ti permette quando vai in Germania di andarci comodo in aereo, senza rischiare la vita coi barconi. Che tu abbia un corpo sano, è una cosa che tutti i tuoi coetanei disabili o malati ti invidiano. Il fatto che tu viva a casa della nonna, con pranzi e cene garantite, con luce, gas e Internet. Il fatto che tu sia arrivato a 26 anni senza doverti piegare a fare un lavoro qualsiasi pur di mangiare. Che tu abbia avuto la possibilità di fare le scuole superiori. Che tu abbia una nonna e una mamma che ti vogliono bene e si occupano di te. Che tu non debba partire per la guerra. Eccetera. Sono tante le cose in cui la vita ti ha favorito. Queste sono cose molto importanti che dovresti sforzarti di riconoscere.
Il tuo principale problema pratico è che non accetti che PROPRIO PERCHÉ SEI NATO POVERO AVRESTI DOVUTO STUDIARE E IMPEGNARTI PIÙ DEGLI ALTRI PER SMETTERE DI ESSERE POVERO. Un povero che non studia, che non si specializza, che non si prepara, che non impara un mestiere, si autodertmina a rimanere povero.
Se hai abbandonato la scuola a 16 anni, non è stato per mancanza di soldi, ma per mancanza di impegno. E’ stata una tua scelta.
Se dici che fare il lavapiatti in Germania è la tua migliore prospettiva, perché non sei rimasto l’anno scorso, che adesso avresti da parte 15 mila euro? Non impegnarti e tornare indietro subito è stata una tua scelta.
Ti lamenti che la tua famiglia non ti aiuta. Ma tu che dimostrazione di affidabilità, di serietà, di impegno hai dato per convincerli a investire su di te? Che cosa puoi affermare di aver realizzato in questi 10 anni da quando hai abbandonato la scuola? Anche qui si tratta delle conseguenze delle tue scelte.
E’ un peccato che tu non sia nato abbastanza ricco per non dovere lavorare mai e fare comunque una bella vita, perché questa è la fonte di tutta la tua rabbia.
Hai scritto che ti piacerebbe fare il Vigile. Se fosse vero, sapresti che per fare il vigile non serve il diploma. Ma siccome non è vero che vorresti fare il vigile (o il carabiniere) non hai mai googlato per vedere come si fa, dove si presenta la domanda e dove sono attivi i concorsi. Pensi che fare il vigile ti sia precluso come fare il notaio. Ma non è vero!
E intanto il tempo passa e a non impegnarsi la situazione peggiora, le opportunità finiscono, le cose fattibili costano più fatica.
Fino a qualche mese fa ti mostravi ancora leggermente aperto, almeno ogni tanto, a una certa autocritica, che è basilare per poter cambiare un modello di pensiero e comportamentale che non funziona. Ma ormai stai entrando nel ruolo dell’adulto, il che nel tuo caso non è una buona notizia, perchè invece che diventare più responsabile, ti stai irrigidendo nell’autogiustificazione e nell’autoassoluzione. Ti stai convincendo che tu non hai responsabilità. Non concepisci più che la tua vita insoddisfacente è frutto del tuo mancato impegno e delle scelte sbagliate, molto più che dell’essere nato povero. Ti stai arroccando nel ruolo della vittima impotente. E intanto scoppi sempre più di rabbia.
Ma non sei stufo di vivere così? Perché non vuoi provare a cambiare?

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