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Volontario.
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- 26 Novembre 2019 alle 22:54 #3852
Gordon
PartecipanteNon mi aspetto di risolvere i miei problemi scrivendo un post, ma ho veramente bisogno di un confronto, di sfogarmi, di sentire se qualcuno/a se la passa come me e può darmi dei consigli.
In realtà ho provato a cercare in famiglia di spiegare i miei problemi, ma il mio problema è la mia famiglia, quindi un po’ un serpente che si morde la coda.
Non so da dove cominciare, quindi cerco di inquadrare la mia situazione attuale:Ho quasi 30 anni, sono tornato a vivere con i miei circa 5 anni fa, e fino ad allora la mia vita era normale, anzi mi direi fortunato, avevo tutto, ero uno sveglio, avevo amici, ragazze, soldi… tutto nella normalità non che vivessi nel lusso. Studiavo e lavoravo, in più davo ripetizioni, insomma avevo una vita sociale molto intensa e comunque una prospettiva, ero fiducioso che tutto sarebbe andato bene. Se non ché nel giro di due anni perdo il lavoro, la ragazza (con cui stavo pensando di costruire qualcosa di serio) e insomma torno al paesello, mi ritrovo a fare un po’ questo un po’ quello, intanto i rapporti con i miei cominciano a scricchiolare. Segue un periodo di apatia, insoddisfazione, tristezza. Un periodo molto grigio, che si è protratto per mesi e mesi. Ma le cose più “strane” sono cominciate lì.
Capitemi, questo non è uno sfogo sulla mia vita, sulla mancanza di lavoro e certezze per il futuro, sulla distanza dagli amici veri e la solitudine, o sugli strascichi di una storia d’amore.
Queste sono “la normalità”, insomma sono le difficoltà che mi trovo ad affrontare e non c’è niente di assurdo.
Certo non mi posso dire contento del mio stato attuale, ma non è questo lo scoglio. Il carico da 90 è la mia famiglia.Sarebbe lunga, veramente lunga da spiegare, ma la situazione è questa: mia madre è falsa, manipolatrice, traditrice, a tratti sadica a modo suo, ha qualche disturbo di personalità e comunque mi sta rendendo la vita impossibile; mio padre è succube, vittima anche lui ma comunque complice, si è adagiato in una situazione di comodo e permette tutto ciò, non si è mai preso le responsabilità di fare il padre e probabilmente non ne ha le capacità, ha la maturità emotiva di un bambino. A casa non c’è mai mancato niente a livello economico, anzi abbiamo avuto molto, parlo di fare il padre, di insegnare, di correggere, di sostenere. Con lui a volte il genitore mi sento io.
E poi mio fratello, avido, materialista, degno figlio di sua madre e anche lui complice, con lei che se lo coccola e lui che prende tutto quello che può dalla famiglia, anche alle spalle mie. E parlo di spese importanti, vedi la macchina comprata a lui che lavora e io che sto a spasso la divido con mio madre, pensa un po’. Ma non è tutto.Dopo qualche tempo (che ero tornato a casa) mia madre cominciò ad avere comportamenti strani con me. Sembrava gli piacesse deridermi, umiliarmi, denigrarmi, sempre con una maniera molto sottile, subdola. Commenti sarcastici, modi di porsi a me come se fossi un maggiordomo, oppure giorni di indifferenza… io ero a pezzi, senza lavoro e uscito da poco da una storia importante, ragazzi stavo veramente male. Lei a volte sembrava voler rigirare il coltello nella piaga.
Dopo circa un anno di tutto ciò, in cui le sue stranezze andavano in crescendo, arrivai al culmine e sbottai. Litigammo come mai avevamo fatto prima, ancora adesso penso che in qualche modo l’abbia provocato lei, voleva quello scontro. Io decido di andarmene di casa, mio padre mi appoggia. Dopo appena mezzora dalla nostra litigata, esce con mio padre e quando rientrano stanno litigando anche loro, perché mia madre aveva tirato fuori una storia di SMS trovati sul tel di mio padre. Che tempismo!
A casa una piccola guerra, io mi sono schierato palesemente con mio padre, e ho fatto una bella caz****ta, perché quell’omuncolo senza attributi, invece di cacciare le cosiddette che ha fatto? Dopo due mesi in cui non si sono parlati torna a fare quello che sa fare meglio, stare sul divano a guardare la TV. E io? A me nn ha pensato? Io che ho preso le sue parti? Ma va, già si pensava all’altro fratello, e io intanto mi ritrovavo a casa col NEMICO.
Si, mia madre è diventata il NEMICO è nessuno mi ascolta. In famiglia a chi mai posso confidare una cosa del genere??
Sicuramente lei ha già fatto in modo che io risultassi agli occhi dei famigliari come un mezzo pazzo, un po’ schizzato, stressato…mio fratello se n’è fregato ed è diventato ancora di più il cocco di mamma, e io?
Che farò quando mio padre morirà (tocchiamo ferro) e mi ritroverò con questi due squali????
Capite qual’è il mio disagio?
Il problema non è che non ho lavoro o amici o una ragazza, che già di per se è un problema grosso, esistenziale.
No, il problema è che ho una madre che mi vuole male, che è mezza pazza, e un padre a cui non gli frega niente di fare il padre, anzi sottomesso a lei, basta che sta comodo.Oh ma io che cosa devo fare????? Non ce la faccio più, credetemi, è uno stress continuo, ogni giorno mi ritrovo a vivere questo inferno in questa prigione con questi aguzzini, e ormai sono passati due anni da quando ne ho preso coscienza.
Sono al limite.
Aiutatemi, ditemi qualcosa, ho provato a parlarne con un parente ma niente, nessuno mi crede. Passo per pazzo oppure non mi si ascolta o peggio mi si dice che quella donna mi vuole bene.
Sono disperato. Ho passato momenti brutti ma questo mi sembra insormontabile, non vedo una via d’uscita e anzi penso che le cose possono andare solo peggio. Non so a chi rivolgermi, mi sfogo qui sperando almeno di alleggerire un po’ il carico.Ci sono molti altri dettagli e particolari nella mia storia, ma a grandi linee la situazione è questa.
E’ l’una di notte, e va tutto male.27 Novembre 2019 alle 12:54 #35124Volontario
ModeratoreCiao Gordon e benvenuto sul Forum del Sorriso.
Ci dispiace molto ascoltare il tuo racconto, dopo che uno si è abituato a vivere da solo, non è facile rientrare in famiglia, soprattutto se le dinamiche sono complesse e sofferte come nella tua famiglia.
Quindi riassumendo la tua situazione è che da 5 anni tu sei rientrato a casa perchè sei rimasto senza un lavoro e oggi ti trovi bloccato nel ruolo di “figlio”, peraltro “non gradito” a tua mamma e a tuo fratello, è corretto?
Hai mai pensato di fare un video mentre vieni maltrattato, per mandarlo a qualche parente affinchè si convincano che il “pazzo”, non sei tu e possano magari darti un supporto?Ci colpisce che tu dica, ben due volte, che il tuo problema non sono nè il lavoro nè la fidanzata, ma i rapporti con la tua famiglia di origine… ne sembri davvero convinto!
Sei ormai grande, hai quasi 30 anni, ma sembri avere del tutto escluso di proiettarti almeno nel medio termine – se nel breve non è possibile – verso un futuro di indipendenza, già sperimentato fino a 25 anni.
Possiamo chiederti come mai ti vedi sempre in casa sul lungo periodo, addirittura se tuo papà dovesse morire…? Hai perso totalmente la fiducia di poter mai più trovare lavoro? Che lavoro facevi prima?Ti va di raccontarci di più per farci capire fino in fondo il tuo attuale stato d’animo e vediamo se insieme possiamo trovare un sistema per sbrogliare un pochino la matassa nella quale ti senti avviluppato e impotente?
Ci stai? Noi ti aspettiamo,
Intanto un grande sorriso27 Novembre 2019 alle 14:06 #35126Gordon
PartecipanteGrazie per la risposta, cercherò di spiegarmi meglio.
Ovviamente considero i miei problemi (lavoro, ragazza, etc) per quello che sono, ovvero come una cosa “normale”, fanno parte della mia vita, li affronto con un atteggiamento positivo, nei limiti, anche se ho giorni migliori di altri.
Il punto è che è come se dovessi affrontare una salita impervia, una scalata (i miei problemi “normali”) e mi ritrovo a farlo con un macigno legato alla vita (la mia famiglia).
Se ho ripetuto per due volte che il problema è la mia famiglia era per sottolineare che ho bisogno di aiuto in quel senso, non so come affrontare la cosa e tutto sta diventando un circolo vizioso dal quale non vedo via d’uscita. Sto cercando un’aiuto, un sostegno anche morale in quel senso, non che non abbia già i miei grattacapi, ma quelli me li vedo da me.
L’indipendenza persa (e ora agognata) è ovviamente legata al capitolo lavoro. Ho lasciato l’università (a causa della prima vera crisi che abbiamo avuto avuto in famiglia) ma grazie a un’amica sono entrato a lavorare in uno studio (Potrei essere più specifico ma non vorrei entrare troppo nei dettagli) dove sono rimasto per due anni e mezzo, poi hanno chiuso a causa della crisi e ci siamo ritrovati tutti a spasso. Così sono tornato a vivere con i miei.Da allora ho fatto veramente di tutto, dal barista al magazziniere al cameriere, poi benzinaio e lavamacchine e poi restauratore, il boscaiolo, service e montaggio palchi, l’autista, per arrotondare mi sono dato pure al matchbetting, ma parliamo di progetti, contratti a uno/due mesi, lavori stagionali o a chiamata, a volte anche sottopagati e comunque senza prospettiva, intervallati da periodi morti in cui più che disorientato mi sento preso per il c**o. Insomma la fiducia nell’indipendenza non l’ho persa ma ci sono periodi (tipo questo) in cui tutto sembra girare male, e la paura di rimanere incastrato in questa vita ci sono. Il pensiero su mio padre è più legato al fatto che mi ritrovo a pensare in quali modi mia madre e mio fratello si approfitteranno di tutto quando avranno totale libertà di farlo. Non che ora non lo facciano già…
Se trovassi un lavoro fuori (forse ho una possibilità concreta di andare in Irlanda a primavera) sarebbe sicuramente non uno ma due passi avanti, ma comunque il problema di come affrontare mia madre e mio fratello rimarrebbe, purtroppo ci avrò sempre a che fare, sono la mia famiglia. Che devo fare con loro? Non parliamo solo di violenze psicologiche, parlo anche di interessi economici. Come posso tutelarmi? A chi rivolgermi?Spero di aver chiarito i vostri dubbi, e vi ringrazio per avermi ascoltato.
28 Novembre 2019 alle 08:16 #35128Volontario
ModeratoreCiao Gordon, Grazie per questi chiarimenti e c8me tu ci chiedi, rimaniamo focalizzati sulle relazioni familiari.
Cosa potresti dirci per aiutarci a immaginare, a visualizzare la situazione che vivi a casa tua?
Ci parli di una mamma manipolatoria, di un fratello approfittatore e di un papà succube della situazione. Vuoi farci qualche esempio nel quotidiano di come questi atteggiamenti ti mortificano la vita? Quali sono le situazioni frequenti in cui ti senti prevaricato, ferito? Che cosa ti fa soffrire in particolare? Di che cosa ti senti accusato?Ci parli anche di come tutelare la tua eredità futura. L’eredità è normata da leggi che prevedono “la legittima” per i figli. Dovesse ad esempio mancare tuo papà senza testamento, l’eredità verrebbe divisa nel seguente modo: metà alla moglie e l’altra metà suddivisa in parti uguali tra i figli. Oppure tu hai il timore che tuo papà, plagiato da tua mamma, possa intestare a tuo fratello dei beni adesso, quando è ancora in vita, in questo modo sottraendoli alla tua futura eredità?
Per poterti aiutare a fare chiarezza nel garbuglio di sentimenti che provi in questo momento a causa della tua convivenza coatta in famiglia, ti chiediamo veramente uno sforzo per chiarirci, per farci vivere e sentire quello che tu provi.
Ci aiuterebbe molto anche se tu riuscissi a rappresentarci sintericamente le ragioni di tua mamma e di tuo fratello, dal loro punto di vista oltre che dal tuo.Ti sta bene procedere così? Ci sembra il modo migliore per poter cominciare a inquadrare al meglio il problema. Che ne pensi? Ti va di cominciare ad entrare nel merito?
Ti aspettiamo!
29 Novembre 2019 alle 05:56 #35140Gordon
PartecipanteLa situazione è questa: vivo ormai nella consapevolezza di questo conflitto con mia madre, che fino a qualche anno fa vedevo come una madre appunto, una persona con pregi e difetti, ma pur sempre mia madre, insomma, la persona che dovrebbe volerti più bene al mondo, o no?
Giungere a questa consapevolezza è stata un vero trauma, letteralmente.In questi ultimi due anni credo di aver vissuto una situazione simile a quelle da stress post traumatico, e non solo, questa sofferenza si reitera ogni giorno, ad ogni battuta, frecciatina, qualsiasi cosa. Anche se non succede niente (cerco in tutti i modi di evitare il contatto verbale con i miei) la tensione è costante, le energie che dovrei focalizzare su me stesso e sulla mia vita sono invece quasi completamente risucchiate da tutto ciò. Mi sveglio la mattina già con un senso di rabbia che fatico a calmare, durante il giorno spesso mi tornano in mente eventi passati su cui rimugino e mi rendo conto di quanto ho avuto finora il “prosciutto sugli occhi” come si dice, di quanto ho subito e neanche realizzavo. Inoltre le preoccupazioni sul futuro: se la realtà è questa, che cosa posso aspettarmi dal futuro? In tutto questo il presente è come una prigione in cui gli aguzzini si divertono ad infierire su di me.
Non ho solo perso mia madre, al suo posto ora c’è una persona diversa, cattiva. Come se una delle colonne portanti della mia vita si fosse sgretolata e da quella stessa colonna fosse uscito un demone che ora sta cercando di distruggere le altre, poche, colonne rimaste. Si, perché a tutto questo sono arrivato mentre la mia vita già andava a pezzi, il lavoro, la ragazza, l’indipendenza. Ero provato, ero al limite, una preda facile facile. Lo sono anche adesso.
Dopo aver cominciato ad inquadrare il soggetto, dopo aver cominciato ad accettare la realtà (tuttora credo ancora di non farlo completamente e comunque non sempre) dopo aver vissuto un periodo quasi di lutto per quello che era successo, ho cominciato a cercare spiegazioni sul perché. Mi chiedevo “Com’è possibile?”, sconcertato, spaventato, proiettato in questa nuova dimensione dove gli alleati diventano i nemici e tu sei loro prigioniero. Mentre ti stai ancora curando le ferite delle guerre appena perse.Mi chiedete di spiegarvi il punto di vista di mia madre e mio fratello, le loro ragioni. Ma questo sinceramente non saprei farlo, posso tentare di immaginare cosa passi loro per la testa, ma non capisco cosa vogliate dire.
Per quanto mi riguarda le loro ragioni possono nascere da un modo di essere essenzialmente disturbato, sono personalità tossiche, fatico a trovare un minimo di empatia in loro, sono teatrali, narcisisti, non credo abbiano un senso di famiglia ma solo un ego esasperato che li porta a vedere gli altri come oggetti, strumenti o marionette da manipolare e sfruttare, oltre che per sfogare frustrazioni, impulsi sadici, o traumi precedentemente subiti…
Mi sono messo in discussione io stesso, mi sono interrogato sui miei di disturbi, ma l’autoanalisi non è la soluzione. Certo in questi anni ho messo a fuoco cose sulla mia famiglia che mi hanno reso più consapevole, ma il prezzo è stato quello di una visione più lucida ma atroce.
Come se, tolte le fette di salame, io ora vedessi la realtà per quella che è, ed è spaventosa. Letteralmente.Mi sono domandato se nella mente di mia madre lei non facesse tutto ciò per punirmi, mi sono detto che magari era lo stress che mi faceva vedere le cose per quello che non sono, mi sono detto un sacco di cose…
Un insieme di stati d’animo, anche contrastanti, e questo odio/amore ha contribuito a lacerarmi dentro.
Mi sono sentito deluso, arrabbiato, confuso, spaventato, sconfortato, preoccupato, senza via di uscita.
Mi sono sentito solo. Alienato.
L’unica soluzione sembra accettare che le cose stiano così, accettare che mia madre ha qualche disturbo e io sono diventato il capro espiatorio di famiglia, accettare le relazioni tossiche con la mia famiglia, accettare che odiare/amare queste persone mi faccia stare male ogni volta, accettare questo inferno personale come se dovessi ripagare il karma di qualcosa di veramente, veramente brutto che devo aver fatto in una vita precedente.
Ma questo non lo posso fare. Chi potrebbe accettare tutto ciò?
E allora, che cosa posso fare? Come ne esco?Mi chiedete di fare degli esempi, ma non è così semplice, certe cose estrapolate dal contesto potrebbero sembrare semplici scambi di battute o addirittura atteggiamenti protettivi, rassicurazioni.. tanto è subdolo il modo in cui interagiscono. Non saprei spiegare ma è un insieme di cose. Può essere una battuta detta con la mano davanti la bocca mentre ridi sotto i baffi, può essere un modo di porsi passivo/aggressivo, oppure fare cose che sai mi danno fastidio (magari te l’ho detto ieri di non farlo più e lo fai apposta).
Un’esempio concreto non saprei sceglierlo, nessuno renderebbe appieno, è un insieme di gesti, di cose dette (oppure di silenzi voluti), di atteggiamenti…
Lo stesso con mio fratello, mi sento prevaricato, lui fa cose come per mettersi in una posizione superiore rispetto a me, come se screditare me lo rendesse “di più” agli occhi dei miei. E’ sempre stato un furbo, nel senso negativo, e qua dovrei aprire un capitolo.E’ veramente lunga da spiegare, ci sono tanti retroscena e magari non è questa la sede giusta per raccontarli.
So che dovrei parlarne con qualcuno, magari uno psicologo, e so di non risolvere nulla scrivendo su questo forum, ma ho bisogno che qualcuno mi creda, perlomeno. Sarebbe già molto.
Mi sto quasi rassegnando all’idea di dover vivere così, e mi fa rabbia sentirmi così inerme, impotente di fronte alle ingiustizie che succedono.
Purtroppo c’è una sorta di tabù intorno al mito della madre buona, nessuno può mettere in discussione questo ruolo sacro, nella mentalità generale la mamma è un angelo, sarebbe come minare il concetto stesso di famiglia. Più facile pensare invece che un figlio sia difficile, un padre irresponsabile, una situazione in famiglia pesante…
E invece le cattive madri esistono, al pari dei cattivi padri, ma a differenza di questi sembrano essere una categoria invisibile.Vi ringrazio ancora per il sostegno. Grazie, ne ho davvero bisogno.
29 Novembre 2019 alle 16:44 #35143Volontario
ModeratoreCiao Gordon,
grazie per la tua risposta.
Cominciamo con l’evidenziare una cosa che sai fare bene: scrivere!
Hai una dote che faresti bene a riconoscere e a rivalutare. A parte il fatto che tenere un diario, per esempio, potrebbe esserti molto utile per esprimere il subbuglio di emozioni che provi in questo periodo. E per liberartene almeno un po’…Non ci dici molto di te e invece ci farebbe piacere sapere per esempio che tipo di studi hai fatto, ed anche se erano studi che ti appassionavano.
Ci piacerebbe sapere di più della tua vita nel periodo in cui eri studente e non vivevi in famiglia.
Ci piacerebbe anche di sapere cosa ti ha spinto a tornare a vivere con i tuoi: il semplice fatto di aver perso il lavoro? L’inevitabile tristezza che accompagna la fine di un amore?La sofferenza che provi nella attuale situazione è molto profonda, coinvolgente e ci dispiace vederti così travolto dal cambiamento che tua madre ha fatto nei tuoi confronti e dall’atteggiamento ostile di tuo fratello.
Scrivici ancora caro Gordon! Aspettiamo chiarimenti (sì! ancora dei chiarimenti!) e ti abbracciamo.
2 Dicembre 2019 alle 15:15 #35151Gordon
PartecipanteCome dite voi, scrivere aiuta, anche solo per sfogarmi appena un po’.
Vi ringrazio ancora per il tempo che mi concedete e per la curiosità dimostrata nei confronti del mio caso, ma ho volutamente omesso alcuni dettagli e sono rimasto sul vago senza includere troppi particolari, vorrei rimanere quantomeno anonimo nei contenuti. E poi ci sono cose veramente personali che vorrei raccontare a qualcuno, ma fatico a raccontarle a me stesso figuratevi scriverle su un forum pubblico.
Detto questo, cerco di farvi un sunto di quel periodo, quella fase della mia vita:
Ho fatto degli studi scientifici, poi ho intrapreso un corso di laurea impegnativo che no, non mi piaceva, ma in quel momento mi sembrava un giusto compromesso fra le mie qualità e le prospettive professionali. In realtà sono stato manipolato (palesemente) nella scelta che ho fatto da mia madre, cosa che solo ora (da qualche anno) ho realizzato. Comunque non ho concluso gli studi per cause maggiori (ho dato la metà degli esami con una media superiore al 26) il motivo è stato da una parte il fatto che in famiglia i miei affrontavano la prima vera crisi e io ci andavo di mezzo, dall’altra il fatto che cominciavo a realizzare quanto il corso non mi piacesse e comunque già accusavo i segni di quella depressione (o similia) che ho vissuto negli anni a seguire. La stessa che sembra riaffacciarsi adesso. Ho passato un periodo nero, e non nego che mi sono lasciato andare, in tutti i sensi.
E’ stata una spirale verso il basso, c’è poco da dire. Se non che alla fine ho avuto l’opportunità di cominciare a lavorare e “mettere in pausa” gli studi (già lo erano da un annetto) pensando comunque a una svolta nella mia vita.Potrei continuare e ci sarebbero molti altri dettagli da dire ma è solo un contorno del dilemma che mi trovo ad affrontare.
Per quanto riguarda il perché sono tornato a vivere con i miei anche questo è abbastanza scontato, come suggerite il fatto di aver perso il lavoro, l’indipendenza economica, e con i corsi frequentati, non mi dava più ragioni di rimanere a vivere fuori. La fine dell’amore in realtà poco c’entra, è stata una storia che ho vissuto a cavallo del ritorno, ma comunque ha influito non poco sulle dinamiche del problema. E’ stato proprio lì, quando è finita, o appena dopo, che si sono intensificati i problemi con mia madre, e in maniera intricata. cose che ancora vedevo e non vedevo ma cominciavo a realizzare, forse proprio perché più sensibile di fronte a qualsiasi cosa la vita ormai mi proponesse.
Insomma ho aperto gli occhi e mi sono reso conto di quanto le relazioni con la mia famiglia siano tossiche e invalidanti per me.Mi prendo le mie responsabilità, ma accettare la situazione non è facile. Per niente.
Non so a quanti è capitata la stessa cosa, ma è stato come se in seguito a un trauma di natura emotiva io abbia rimesso in discussione tutta la mia vita, come se l’avessi vista con una lente nuova, con un filtro diverso o meglio senza filtro. La realtà delle cose per come la vedo ora faccio fatica ad accettarla figuratevi ad affrontarla, superarla.Non so che fare, e neanche che farò.
5 Dicembre 2019 alle 17:42 #35158Volontario
ModeratoreCaro Gordon,
Noi non crediamo che ci siano dei ruoli predefiniti ma che le persone possono essere buone o cattive nonostante il loro ruolo e che bontà e cattiveria sono presenti in tutte le persone. Quindi ci sono anche dei genitori che non rientrano nei canoni generali come – purtroppo – veniamo a conoscenza da alcuni casi di cronaca.
Grazie per il tuo racconto che ci delinea sempre di più la situazione che stai vivendo.
Però ci viene da pensare – e te la proponiamo come provocazione/riflessione – che cos’è che ti trattiene dall’andare via di casa ?
Se le problematiche lavorative che stai vivendo le consideri normali, cosa t’impedisce di allontanarti da un ambiente che non ti fa stare sereno ? La capacità e la voglia lavorativa non ti mancano quindi dovresti riuscire a barcamenarti. Non hai amici che potrebbero aiutarti/sostenerti ?
Potrebbe essere una soluzione interessante per toglierti da una situazione di sofferenza, lunga e profonda, che stai vivendo e che non ti fa vivere sereno.
Non t’invitiamo a farlo ma a riflettere sull’eventualità di questo passo. Cosa ne pensi ?
Ci farebbe piacere che tu ci dicessi qual è il tuo pensiero al riguardo.
Un abbraccio !
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