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Volontario.
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- 12 Maggio 2020 alle 17:01 #4755
Arda
PartecipanteCiao,
sono una ragazza di 23 anni e ho deciso di chiedere aiuto in questo forum perché sto affrontando un periodo piuttosto critico e non so come venirne fuori.
I miei problemi sono iniziati oltre un anno fa, quando mi sono ritrovata ad essere senza amici e in crisi con il mio percorso di studi. Sono una studentessa universitaria fuoricorso, mi mancano relativamente pochi esami per concludere gli studi ma sono completamente bloccata.
Nell’ultimo anno ho alternato fasi di totale apatia a periodi caratterizzati da angoscia e crisi di pianto. Le mie maggiori preoccupazioni riguardano gli esami (anche se so benissimo che posso farcela a passarli, quindi non capisco nemmeno io perché mi spaventino così tanto), il mio futuro, il senso di colpa e la mia condizione di solitudine.
Da alcuni mesi ho lasciato la città in cui ho frequentato l’università e sono tornata a vivere con i miei genitori. Ho un buon rapporto con la mia famiglia, ma mi manca l’avere degli amici con cui potermi confrontare. Se da un lato questo periodo di quarantena mi ha permesso di non sentirmi troppo “diversa” nella mia solitudine, d’altra parte sono consapevole che, anche se non avessi nessuna limitazione, sarei comunque sempre sola perché qui non ho nessuno legame significativo al di fuori della mia famiglia.
Vivo in un piccolo paese che offre poche opportunità. La città più vicina è piuttosto distante, e comunque suppongo che a causa dell’epidemia qualsiasi occasione di ritrovo sociale sarà vietata per molto tempo.
Non ho mantenuto nessuna delle amicizie che ho costruito negli anni del liceo, e all’università la qualità dei rapporti era così scarsa che ho stretto una sola amicizia davvero profonda. Questa amica abita lontano da me e riusciamo a vederci solo una volta all’anno; ci sentiamo spesso ma lei è molto impegnata e non posso stressarla con i miei problemi.Sono qui per poter parlare liberamente e mettere un po’ in ordine i pensieri. Non mi va di parlarne con i miei genitori perché soffrono molto quando faccio loro intuire che sto affrontando un periodo difficile, ed io non voglio sentirmi un peso.
Sono una persona introversa, infinitamente insicura, ho poca autostima e negli ultimi anni ho deluso le mie aspettative… e faccio fatica a perdonarmi.
Una volta ero molto curiosa e avevo mille interessi e sogni nel cassetto, oggi sono completamente spenta e non trovo piacere in nulla. Ho perso interesse per la lettura, i film mi annoiano, non trovo ispirazione per la scrittura né per il disegno. Due mesi fa ho iniziato a svolgere attività fisica in casa (ne ho disperatamente bisogno), ma spesso mi sento totalmente senza energie.Al momento la cosa che voglio di più in assoluto è riuscire a studiare: se nei prossimi mesi riuscissi a passare qualche esame mi sentirei a posto con la coscienza e avrei più fiducia in me stessa, ma ogni pagina da studiare mi sembra un ostacolo insormontabile.
Non so davvero come uscirne.
Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma sono già andata abbastanza per le lunghe ed è meglio se per ora mi fermo qui. Vi ringrazio per questo prezioso servizio che offrite
13 Maggio 2020 alle 13:40 #35542Volontario
Moderatoreciao Arda BENVENUTA
siamo molto contenti che tu ci abbia trovati e che tu abbia voluto chiederci aiuto in questo momento per te critico.
Possiamo chiederti anche come ci hai trovato , sui motori o sui social? grazie per queste info che per noi sono preziose.
Ci scrivi di essere fuoricorso forse per la laurea triennale ? a cosa ti sei iscritta?
la perdita di amici viene dall’essere in ritardo sul percorso di studio? oppure è successo qualcosa di particolare che un anno fa ha dato inizio a questa situazione di crisi e blocco dello studio.
Già ci dici che quest’angoscia e crisi di pianto possono connettersi a varie cause che tu esamini a tante e differenti “cause” la difficoltà degli esami ….che però dici di non essere troppo difficili e non fonte primaria di preoccupazione,
il senso di colpa …. forse per il ritardo? e ancora la … solitudine… sei stata abbandonata dagli amici oppure sei tu che ti sei allontanata perchè non ti trovai a tuo agio con loro.Qualunque sia la causa è certo che tutti questi elementi che nomini sono tutti parti in causa. Non c’è mai una sola ragiona nel nostro malessere, ogni elemento contribuisce e ingarbuglia la situazione rendendo difficile affrontare ciascun problema e nello stesso tempo rendendo impossibile affrontarli tutti insieme.
Ciò che non ho nominato ancora è questo aspetto di futuro, tu parli di una fatica nel pensare al futuro e più avanti ci dici che nutri poca autostima nei tuoi confronti, che negli anni hai deluso le tue aspettative e fai fatica a perdonarti.
Ecco forse questo è il nocciolo ? cosa desideravi ? cosa non ti perdoni?questo periodo di chiusura, ritorno a casa, cerchiamo di viverlo come un momento di ripresa di riflessione per una ripartenza, perdonandoci quello che è stato, quello che abbiamo sbagliato , guardando a tutto il bello che può arrivare, che possiamo fare, che possiamo essere con un po di fiducia in noi e nel futuro.
Hai voglia di cominciare con noi questo percorso? Con un po di serenità in più anche le pagine dei libri saranno meno oscure, e questi ostacoli potranno essere superati.
Aspettiamo presto le risposte alle tante domande che ti abbiamo posto e anche a tutto quello che avresti voluto scrirverci.
ciao13 Maggio 2020 alle 16:46 #35545Arda
PartecipanteGrazie per la risposta.
Temo che per rispondervi scriverò un papiro, scusatemi.Vi ho trovati per caso navigando su google.
Sono iscritta alla triennale di fisica. Gli esami non sono affatto semplici, ma fino ad ora sono sempre riuscita a passarli, quindi non ho motivi per pensare che non posso riuscire ad affrontare anche gli ultimi che mi restano. Per questo ho scritto che non capisco perché mi spaventino così tanto.
Forse guardandomi indietro qualche motivo c’è…
Nei primi anni di università studiavo tantissimo, seguivo lezioni da mattina a sera e spesso rimanevo a studiare in biblioteca fino a tardi: in pratica vivevo in università. Nel frattempo ho iniziato a somatizzare lo stress: insonnia, dermatite, bruxismo, problemi a digerire… ho perso molto peso. La scorsa estate sono riuscita a dare un solo esame, il quale mi ha distrutta così tanto che per due settimane non sono riuscita a mangiare quasi nulla.
Quindi sì, diciamo che ho sviluppato un pessimo rapporto con lo studio, ma questo non dovrebbe impedirmi di completare il mio percorso. Perché davvero, lo so che ce la posso fare.“il senso di colpa …. forse per il ritardo?”
Esatto, nei confronti dei miei genitori che mi pagano gli studi (anche se per loro non è un problema) e nei confronti di me stessa.
Una volta ero una vera e propria perfezionista ed ero piuttosto ambiziosa, ma all’università ho dovuto ridimensionare i miei obiettivi. È stato molto frustrante vedere come diversi miei compagni di corso siano molto più “resistenti” di me: reggono benissimo lo stress, magari anche loro arrivano alla fine della sessione sfiniti, ma poi si rialzano subito. Io invece nel tempo ho sentito sempre di più la fatica e accettare i miei limiti si è rivelato molto difficile (sono molto immatura in questo).
Oltretutto l’ambiente universitario è terribilmente competitivo e conversare con gli altri studenti significa solo sentirsi chiedere: ma quando ti laurei? Quanti esami ti mancano? Questo non fa altro che aumentare il mio senso di inadeguatezza.“La perdita di amici viene dall’essere in ritardo sul percorso di studio?”
In realtà no. Curiosamente, molte delle persone con cui ho legato di più all’università sono fuoricorso come me (o hanno abbandonato l’uni). Con gran parte di loro non ho mai avuto un rapporto particolarmente stretto, e da quando abbiamo smesso di vederci tutti i giorni per seguire i corsi ci siamo gradualmente persi di vista. Ci sentiamo ogni tanto solo per questioni di necessità, per scambiarci appunti ecc.
A dire il vero avrei potuto continuare a frequentare qualche conoscente, ma un po’ alla volta ho iniziato a sentirmi triste e incompresa e le chiacchiere degli altri mi sono sembrate così vuote e pesanti da ascoltare… E poi a nessuno piace la compagnia di una persona triste, e fingermi serena e sorridente mi pesava tantissimo.Voglio precisare che io in passato ho spesso apprezzato la solitudine: per quanto io apprezzi anche la vita sociale, per me non era mai stato un problema trascorrere dei periodi da sola, a coltivare le mie passioni. Il problema è che non sono mai stata “incasinata” come in questo periodo, e ora sento davvero la necessità di potermi confidare con qualcuno. Oltretutto mi rendo conto di quanto sia importante il confronto con gli altri per crescere e migliorarsi.
“Cosa desideravi?”
Conoscere. Frequentare la magistrale e poi continuare a specializzarmi. Ero davvero innamorata del mio ambito di studio, ma ho capito che non è la mia strada. Adesso non vedo l’ora di laurearmi ed essere indipendente.
Può sembrare eccessivo che questa cosa mi abbia mandata in crisi: voglio dire, capita a molte persone di cambiare direzione strada facendo… il punto è che io ho sognato così a lungo il mio percorso che è stato difficile accettare che la strada che avevo immaginato per me non è quella che può rendermi felice.“cosa non ti perdoni?”
Non mi perdono per non essermi impegnata di più e allo stesso tempo non mi perdono per non aver ascoltato il mio corpo quando mi chiedeva di fermarmi e riposare. Un paradosso.E non accetto il fatto di essermi spenta così tanto nell’ultimo anno… sono l’ombra della persona che ero una volta. Come ho già detto, non riesco a coltivare nessun interesse, tutta la mia curiosità verso il mondo sembra essere evaporata.
Apparentemente i miei problemi ruotano intorno all’università, ma credo che più in generale derivino dalla mia incapacità di accettare i fallimenti e affrontare il giudizio degli altri (mi imbarazza dover rivelare a qualcuno che sono indietro con gli studi… suona un po’ ridicolo, lo so).
“Hai voglia di cominciare con noi questo percorso?”
Direi proprio di sì, vi ringrazio di cuore per questo aiuto che offrite, è davvero molto importante per me.15 Maggio 2020 alle 13:07 #35557Volontario
ModeratoreCiao Arda, :cheer:
grazie delle risposte esaustive che ci hai dato e non preoccuparti se possono sembrare dei papiri!
avrai letto che il nostro è un servizio di ascolto, o di forum, fatto da volontari che sono solo felici di avere la possibilità di capire a pieno quello che stai provando per poter, nei nostri limiti, dare una mano.Purtroppo dopo un anno (o qualcosa in più/meno?) ad affrontare da sola una situazione del genere è comprensibile che si siano accumulate più problematiche e che ti sembrino insormontabili, ma finché sei consapevole che esse esistono e sei motivata a rimetterti in piedi (anche chiedendo una mano) allora il tutto non potrà che migliorare, a suo tempo.
Nominiamo ancora il tempo perchè è un fattore fondamentale, tanto a monte quanto a valle. A te sembra di averlo sprecato, che avresti potuto fare ben oltre ma il passato, purtroppo e fortunatamente, E’ PASSATO. Adesso che arriva il futuro prova non pretendere troppo da te stessa e ad essere paziente. Questi due lati della stessa moneta “tempo” sono un filo conduttore di tutto il resto che secondo noi sarebbe bene tenere a mente.
ps: prova ad essere paziente anche sull’essere paziente :cheer:Da ciò che ci scrivi ci pare di capire che ci sia stato un esame l’estate scorsa che ha un po’ dato l’inizio alla rottura di questo precario equilibrio che avevi raggiunto. Ti andrebbe di raccontarci come e quando hai deciso di continuare gli studi delle superiori? di come hai scelto questa materia e di come ti sei accorta non essere adatta? di come magari eri abituata a vivere le sessioni…
vorremmo ancora aggiungere due piccole riflessioni sulle relazioni…
tu stessa ci dici che per i tuoi genitori non è un problema il sostenerti economicamente, pensi sarebbe un problema farlo anche in senso più generale? o non vorresti parlarne per non modificare l’idea che forse hanno di te? pensi sia diversa dall’idea che hai tu di te stessa?
per quanto riguarda le amicizie concordiamo pienamente con il tuo pensiero, non tutti nascono per essere “animali delle feste” ma sicuramente nelle situazioni di difficoltà possono costituire una risorsa. Avresti voglia in questo periodo di cercare nuove amicizie o riscoprirne di vecchie?
Ancora, noi siamo solo contenti di leggere ciò che hai da raccontarci ma pensi che questa tua amica non lo sarebbe? o gliene hai già parlato a volte?Insomma Arda in un periodo come questo lo leggiamo e sentiamo ovunque “ce la faremo” e siamo convinti che lo stesso valga anche per te (basti vedere la tua giusta consapevolezza nei confronti delle tue capacità per notare la grinta che nascondi ma che è ancora dove l’hai lasciata)
Ti salutiamo con un gran sorriso
a presto
15 Maggio 2020 alle 20:54 #35559Arda
PartecipanteGrazie per le belle parole
La “rottura” è iniziata a dicembre 2018: è stato il periodo in cui ho capito che dopo la laurea non voglio continuare su questa strada ed è stato anche il periodo in cui è iniziato il mio isolamento.Come avete detto mi sembra di aver sprecato molto tempo, e quest’ansia del tempo perso non fa altro che peggiorare il mio stato d’animo.
C’è una frase di Aldous Huxley che mi piace molto: “Experience is not what happens to you, it’s what you do with what happens to you”. Sicuramente posso trarre esperienza anche da questo periodo vuoto e piatto, che forse mi sta insegnando qualcosa.
Di certo adesso “pazienza” è la parola chiave.Ho deciso cosa studiare all’università verso la fine delle superiori, ero molto curiosa e affascinata dal mondo della ricerca e dal progresso scientifico.
Nei primi anni di università ho vissuto le sessioni in gruppo: studiavo sempre in compagnia di altri studenti, con i quali trascorrevo tutta la giornata. Di sera cenavamo insieme e poi spesso restavamo in ateneo anche fino a mezzanotte. Anche se ero stanchissima, mi fermavo lì a studiare perché ero spronata dal fatto che c’erano i miei amici. Anche se i ritmi di studio erano frenetici, alcuni dei ricordi più belli della mia vita sono legati proprio a quel periodo, alle chiacchiere delle pause caffè e alle serate estive in compagnia.Questa routine è cambiata quando non ho più potuto ignorare i sintomi dello stress. Ho dovuto fare i conti con il fatto che non potevo più reggere quei ritmi di studio e ho ridotto il numero di ore che trascorrevo in università. Pian piano ho sviluppato una certa insofferenza verso l’ambiente che frequentavo. Molti studenti erano decisamente ansiosi e ansiogeni e sembrava che per loro l’unica cosa importante fosse l’esito degli esami. Ho visto delle persone che giudicavano gli altri sulla base del loro rendimento accademico e dei tempi con cui concludevano gli studi.
Tra loro non mi sentivo più a mio agio e quello che prima mi sembrava un contesto ricco e stimolante è diventato un ambiente tossico.
E così mi sono messa a studiare per i fatti miei. All’inizio mi sono sentita libera perché finalmente non c’era più la continua competizione con gli altri, ma alla lunga affrontare tutta la pressione degli esami da soli è piuttosto pesante.
Inoltre ho avuto delle brutte esperienze durante alcuni esami, durante i quali sono stata trattata in modo irrispettoso e derisorio da alcuni insegnanti (cosa che purtroppo capita a molti studenti).Comunque, tornando alla vostra domanda, ho capito di non essere adatta a questo campo perché non sono disposta a studiare per anni e anni dedicando anima e corpo a questa disciplina che, seppur appassionante, non mi permetterà di essere indipendente in tempi brevi, visti anche i miei ritmi di studio. Mi farei solo del male. E non sono neanche abbastanza brava.
Ho vie alternative che posso percorrere.
Vorrei anche trovare del tempo da dedicare in modo consistente a quegli interessi che ho sacrificato per via dello studio e di questo mio periodo di crisi …Se continuassi a studiare fisica sarebbe impossibile.Quando ho iniziato a stare male ne ho parlato apertamente con i miei e la prima domanda è stata: “cosa abbiamo sbagliato?” Mia mamma è stata davvero male per quello che le ho detto, come se lei c’entrasse qualcosa con il mio malessere, e io mi sono ritrovata piena di sensi di colpa.
Di solito quando i miei notano che sono in ansia o preoccupata mi aiutano a farmi sentire meglio, e la loro presenza è davvero importante, ma preferisco evitare che mi vedano nei miei momenti peggiori. Ma non c’entra nulla con il fatto che possano cambiare l’idea che hanno di me.Per quanto riguarda gli amici…
potrei riprendere i contatti con alcuni compagni di corso; abitiamo lontani, ma possiamo sentirci per telefono.
Poi sì, mi farebbe piacere conoscere persone nuove, ma è già difficile in tempi normali…
La mia amica l’ho appena sentita. Conosce un pochino la situazione e sa sempre dirmi la cosa giusta per farmi stare meglio. Una volta non avrei esitato a contattarla in tutti i momenti di difficoltà, se ora non lo faccio è perché lei adesso ha un bimbo di cui deve occuparsi.20 Maggio 2020 alle 15:55 #35575Volontario
ModeratoreCiao Arda,
Purtroppo la società di questi ultimi anni ha dato molta importanza (fin troppa !) alla competitività ed alle prestazioni che, seppur sono fattori importanti e stimolanti, possono rischiare di diventare anche frustranti.
L’importante, invece (e secondo noi sei sulla strada giusta), è sapere chi si vuole essere, cosa vuol fare.
Certamente adesso ti trovi in una fase di confusione, di smarrimento perché devi lasciare andare (prendendo il buono delle cose che hai fatto) la Arda del passato per… lanciarti verso il tuo nuovo futuro. Certo, in questo momento stai perdendo dei punti di riferimento, degli ancoraggi che ti danno stabilità ma che rischiano di diventare come delle ragnatele che ti impediscono di spiccare il volo verso quello che tu vuoi essere.
Come fare ad uscire da questo pantano ? A volte, la cosa importante è fermarsi (prenderti del tempo); ne hai diritto e non dovresti viverlo come una perdita di tempo ma come un momento per riordinare le idee per poi ripartire a spron battuto verso il tuo futuro. Altrimenti si rischia di trascinarsi in queste situazioni per tanto tempo come in una specie di limbo.
Cosa ne pensi di prenderti una piccola pausa (6 mesi, 1 anno) per… ritrovarti ? Potresti usare questo tempo per dedicarti agli interessi che hai sacrificato per via dello studio oppure per creare nuove amicizie (ti sveliamo un piccolo segreto: amicizie vere e profonde possono nascere a qualsiasi età).
Usa il tempo che deciderai di prendere per te per fare chiarezza; magari potresti recuperare una parte di quelle energie che il tuo corpo pretendeva lanciandoti dei segnali.
Come vedi le questioni “tempo” e “pazienza” (verso se stessi) ritornano.
Inoltre, hai fatto cenni anche a delle vie alternative che potresti percorrere; quali sono ? Sarebbero una scelta o un ripiego?
Infine, non aver paura di farti vedere in difficoltà dai tuoi genitori. Non rischiare di rinunciare al loro supporto per paura di farli star male. I genitori sanno benissimo che la vita non è sempre un prato fiorito.
Anche con la tua amica, trova il giusto equilibrio: chiamala spesso (non tutti i giorni) ma magari anche per lei potrebbe essere piacevole avere altri pensieri che non solo la cura di suo figlio.
In sostanza, non porre limiti alle relazioni perché a volte,i limiti non ci sono ma… li mettiamo noi.
Un grande abbraccio e a presto !
23 Maggio 2020 alle 19:31 #35591Arda
PartecipanteL’idea di fermarmi completamente per un po’ di tempo non mi sembra fattibile e temo che potrebbe anche amplificare il mio malessere. Sarebbe fattibile solo se in questo periodo potessi trasferirmi da un’altra parte e lavorare per un po’ (non ho nessuna intenzione di andare a vivere da un’altra parte a spese dei miei).
I miei interessi più importanti non posso coltivarli qui dove vivo ora, non ce n’è proprio la possibilità
…e in realtà forse al momento non posso coltivarli proprio da nessuna parte, dato che rimangono in vigore alcune norme di distanziamento sociale, che oltretutto potrebbero appesantirsi in autunno. In particolare l’associazionismo ora è molto penalizzato.
In questo periodo mi sembra un po’ difficile anche poter trovare un impiego, ci sono già tante persone che stanno perdendo il lavoro. Inoltre penso che quest’estate gli studenti che avranno bisogno di ripetizioni saranno pochi, visto come è andato l’anno scolastico.
Insomma, forse sono io a essere troppo pessimista, ma mi sembra davvero il periodo sbagliato per fare questo tipo di progetti, perché ci sono troppe incertezze.Dopo la laurea posso ottenere in qualche mese un’abilitazione che mi permetterebbe di occuparmi della sicurezza di alcuni tipi di macchinari ospedalieri o anche industriali. Se questa non dovesse bastare a garantirmi un impiego allora potrei fare un master in campo ingegneristico/ambientale, se ne trovano anche in modalità part-time.
Una scelta o un ripiego? Bella domanda. L’idea è nata come un ripiego, ma in realtà il campo mi interessa davvero (si tratterebbe soprattutto di sicurezza sul lavoro).Uno dei miei problemi è l’assenza di stimoli. Per fortuna negli ultimi mesi sono riuscita a studiare un po’ per il prossimo esame, e in alcune settimane ho studiato davvero in modo efficace e con determinazione, ma ad un certo punto questi slanci si esauriscono sempre e finisco periodicamente catapultata in uno stato di torpore. Perché? Perché non posso vivere solo di studio e le alternative che ho a disposizione non sono abbastanza stimolanti.
Riesco a interagire con qualcuno che non sia la mia famiglia solo attraverso uno schermo… vivo in una bolla. Anche se ora posso uscire di nuovo di casa, non so dove andare. Esattamente come prima della quarantena.
Potrei iscrivermi in palestra, ma gli accessi adesso sono regolamentati e fanno entrare poche persone… dovrei prenotare il mio turno di volta in volta.Gli esperti di motivazione dicono che per imporsi una certa disciplina e perseguire i propri obiettivi è necessario darsi ogni tanto dei premi, qualcosa che ci dia gratificazione per gli sforzi fatti. Io mi sono resa conto che non ho niente del genere, al momento non esiste nulla che mi faccia stare bene e che costituisca per me un’attività veramente piacevole.
So di avere molti interessi sopiti, ma al momento nessuno di questi mi sembra un’attività allettante… oltretutto molti dei miei interessi non sono esattamente “leggeri” (diritti umani, crisi umanitarie, filosofia, scienze ecc) e possono essere alimentati solo se c’è già un fuoco vivo che brucia. Difficilmente possono rappresentare un carburante per persone spente, secondo me. Poi dipende dai casi.Io non sono sicura che fermandomi per un po’ di tempo la situazione migliorerebbe. Nell’ultimo anno qualche volta mi sono presa delle pause, e le ho sempre trascorse in modo assolutamente piatto. Dovrei trovare qualcosa che mi stimoli, che dia maggiore slancio alle mie giornate.
Non lo so, sinceramente brancolo nel buio. Probabilmente questo post suona molto pessimista… stasera sono più demotivata del solito.
Per quanto riguardo il confronto con i miei genitori e con la mia amica seguirò il vostro consiglio.
Grazie per l’ascolto prezioso.27 Maggio 2020 alle 14:10 #35600Volontario
ModeratoreCiao Arda, prima di tutto scusaci se ti rispondiamo in ritardo, ma purtroppo, abbiamo tutti qualche problemino.
Ora siamo qui per te.Innanzitutto come stai dentro di te?
è importante iniziare a VOLERE di sentirsi bene. A desiderare un po di LEGGEREZZA.
Dopo un periodo così inaspettato e pesante, pretendere un po di leggerezza, mi sembra giustificato.Solo che non la possiamo pretendere o acquistare, ma dobbiamo avere il coraggio di essere noi a volerla.
Ora, prova a cercare di vedere le cose , per esempio gli esami , che portano sicuramente stress emotivo, ad affrontarli con la certezza che TU hai fatto tutto quello che era in quel momento nelle tue forze. Se va bene Ok? Non va bene l’esame ? Lo ridarai!
Desideravamo sapere qualcosa sulla scelta del percorso di laurea.
Se non abbiamo capito male hai scelto volutamente fisica, ma poi strada facendo ti è nato un interesse molto forte per il percorso magistrale.Ci spieghi come mai?
Poi dici che finiresti comunque il tuo percorso e che potrebbe andarti bene un’ eventuale lavoro sulla sicurezza.
Ma questo ragionamento è di adattamento o ti andrebbe veramente bene?Aspettiamo di conoscere il tuo pensiero!
Cerca di sciogliere quel nodo di tensione che hai dentro e che non ti fa vivere bene nulla.
Forza Arda!28 Maggio 2020 alle 18:55 #35610Arda
PartecipanteNon preoccupatevi per il ritardo nella risposta, vi sono già molto grata per il vostro aiuto
Oggi mi sento bene. L’ultima settimana è stata difficile, quando vi ho scritto l’ultimo messaggio mi sentivo completamente vuota, ma ora va meglio.
Quote:è importante iniziare a VOLERE di sentirsi beneHai perfettamente ragione. A volte mi focalizzo sui problemi invece che sul desiderio di stare bene. I giorni scorsi mi sentivo oppressa da mille pensieri ingarbugliati – e non parlo solo dell’università, ma soprattutto di altri problemi che mi sono sembrati degli ostacoli insormontabili (quando in realtà non lo sono).
Devo porre rimedio a questa mia abitudine autodistruttiva.Quote:Desideravamo sapere qualcosa sulla scelta del percorso di laurea.
Se non abbiamo capito male hai scelto volutamente fisica, ma poi strada facendo ti è nato un interesse molto forte per il percorso magistrale.Ci spieghi come mai?
Quando ho scelto fisica puntavo già alla laurea magistrale. È raro che uno studente di fisica si fermi alla laurea triennale, è pensata come un corso totalmente propedeutico alla magistrale e nell’ambiente tutti danno per scontato che dopo la laurea si continui a studiare. Possiamo dire che i primi 3 anni sono una super infarinatura che serve per poi specializzarsi in un determinato campo. Io ero interessata alla magistrale perché, come tutti, pensavo che avrei voluto specializzarmi in un ambito specifico (particelle, per esempio).
Invece ad un certo punto ho capito di non voler continuare con la magistrale e ho individuato queste alternative che vi ho citato. Sono delle strade che posso percorrere dopo aver raggiunto la laurea triennale.
Queste opzioni mi andrebbero davvero bene perché mi garantirebbero degli sbocchi lavorativi e mi permetterebbero anche di sfruttare ciò che ho studiato fino ad ora, cosa che mi farebbe piacere.
Sono contenta di aver trovato queste alternative, perché mi fanno sentire più serena riguardo al mio futuro.29 Maggio 2020 alle 13:45 #35616Volontario
ModeratoreCiao Arda,
che bello che ti senti più felice ultimamente!
pensi ci sia stato un motivo particolare a darti serenità o semplicemente la fine di questa difficile settimana?il fatto che le emozioni siano un po’ altalenanti è perfettamente normale; potrebbe magari darti una mano a trovare dei fattori che influenzano questi stati d’animo?
ti andrebbe di raccontarci quelli che sono questi ostacoli che ti hanno così tanto buttato giù di morale?
riguardo quella che definisci “abitudine distruttiva” noi saremo con te per aiutartiUn aspetto molto interessante del corso che hai scelto è che, per quanto complesso per i più, resta versatile nella preparazione dando quindi accesso a così tante alternative interessanti
Un abbraccio e a presto
29 Maggio 2020 alle 16:18 #35618Arda
PartecipanteMi è sempre difficile capire perché i miei stati d’animo siano così altalenanti. Stavolta mi ha aiutata fare una passeggiata in città. È stata la prima volta dopo 3 mesi. Nelle scorse settimane uscivo solo per camminare in montagna o comunque in mezzo alla natura, e anche quello è utile, ma il fatto di stare tra la gente mi ha fatto sentire più viva, forse perché mi ha ricordato dei periodi felici. Ora inizierò a uscire più spesso.
Poi mi sono infastidita quando mi sono accorta che il mio pessimismo mi rendeva insopportabilmente piagnucolosa, e io non voglio cadere nell’autocommiserazione.
Ho pensato che finché faccio sempre pensieri negativi le mie giornate non potranno che peggiorare. Mi sono resa conto che è come una forma di scultura mentale in chiave negativa – è questa la mia abitudine distruttiva.
Una volta ho letto un libro di uno psicologo che spiegava le potenzialità della scultura mentale per cambiare le proprie abitudini o per raggiungere determinati obiettivi, solo che io la uso per farmi del male invece che per migliorarmi. Voi conoscete questa tecnica?Quote:ti andrebbe di raccontarci quelli che sono questi ostacoli che ti hanno così tanto buttato giù di morale?Si tratta di una matassa di pensieri, e di alcune cose preferisco non parlarne.
Una cosa che negli ultimi tempi mi mette a disagio è il modo in cui è cambiato il mio corpo nell’ultimo anno. Vi ho già raccontato che a causa dello stress ho perso peso. Beh, è come se io vivessi in un corpo che non riconosco, ed è una cosa alienante. Mi irrita da morire il fatto che tutti mi rimproverino per essere troppo magra, come se fosse una mia scelta. Per tornare come prima dovrò anche riuscire a ricostruire della massa muscolare. Ci vorrà molto impegno.
Ovviamente so che è una situazione rimediabile, e non è assolutamente grave, ma tendo ad affliggermi per questa cosa perché, oltre a non stare molto bene nella mia testa, non sto bene neanche nel mio corpo, che sento estraneo.Grazie dell’ascolto, come sempre
A presto
1 Giugno 2020 alle 15:46 #35627Volontario
ModeratoreCarissima Arda,
Innanzitutto ti facciamo i complimenti perché sei arrivata da sola ad alcune conclusioni molto importanti del tipo di evitare atteggiamenti piagnucolosi e di auto-commiserazione.
La lamentazione di se stessi, di quello che non va e in generale rischia di imbrigliarci e questo non va assolutamente bene.
Perché è necessario senz’altro riflettere e ragionare sulle cose che non vanno ma non si possono scaricare le colpe sempre sugli altri in quanto la nostra vita dipende da ciò che facciamo noi.
E troviamo molto interessante quello che tu hai fatto, cioè di camminare anche in mezzo alle persone; cosa che ti ha permesso di ricordarti dei tuoi periodi felici.
Perché, anche se è vero che alcune volte attraversiamo dei momenti difficili, dobbiamo ricordarci che tali momenti sono transitori e che prima o poi ritorneremo a viverne nuovamente di felici; l’importante è fare qualcosa per cambiare la situazione che non ci piace e che stiamo vivendo con la consapevolezza che possiamo fare anche degli sbagli da cui apprendere delle lezioni.
Anche per quanto riguarda il rapporto con il tuo corpo, ci piace sottolineare quanto di positivo tu abbia scoperto ossia che la tua situazione è rimediabile… mettendoci dell’impegno !
Pazienza se qualcuno fa qualche osservazione fuori luogo (magari le fanno anche con delle buone intenzioni); l’importante è che tu abbia messo a fuoco questa situazione e quindi non affliggerti ma… entra in azione !
Come vedi, cara Arda, sei sulla buona strada e, cosa ancora più importante, hai fatto molti progressi da sola. Ne siamo molto contenti e fieri.
Certamente c’è ancora un po’ di strada da percorrere e noi saremo metaforicamente al tuo fianco qualora trovassi qualche piccolo inciampo.
Ti va di raccontarci quale sarà la tua strategia per migliorare il rapporto con il tuo corpo ?
Un grande abbraccio e a presto !
:cheer: :cheer: :cheer: :cheer:1 Giugno 2020 alle 18:42 #35631Arda
PartecipanteGrazie per il messaggio incoraggiante
Per fortuna in questo periodo riesco a mangiare in modo regolare e con il tempo dovrei riuscire a rimettere su un po’ di peso. Ho già iniziato ad allenarmi a casa da alcuni mesi, anche se nelle ultime due settimane ho rallentato il ritmo perché mi sentivo senza energie, cosa che mi succede tutte le volte che sono giù di morale (un motivo in più per impegnarmi a coltivare la serenità). Non so se ciò che faccio a casa sia sufficiente, quindi mi sto informando su come funzionano le palestre ora che hanno riaperto. Vedrò che fare.
Vorrei tornare a riflettere con voi sul mio rapporto con l’università. So di essere ripetitiva, perdonatemi, ma credo che sia importante per capire cosa c’è alla base del mio malessere.
Ieri ho studiato circa 4 ore distribuite tra mattina e pomeriggio, e alla fine ero stanchissima. So che sembra strano, perché 4 ore sono poche per gran parte degli studenti, ma è ciò che mi succede SEMPRE: dopo poche ore di studio, anche se intervallate da lunghe pause, la testa diventa pesantissima e i miei occhi iniziano a bruciare. E ieri nelle pause ho fatto passeggiate all’aperto e ho scambiato delle chiacchiere in famiglia, cioè ho fatto tutto quello che di solito è sufficiente per rilassarsi e staccare per davvero.
Quando studiavo in università mi succedeva la stessa cosa, ovvero dopo poche ore di studio mi sentivo esausta. Solo che a quel tempo mi costringevo a continuare a studiare, perché vedevo i miei amici che studiavano mediamente 8 ore al giorno (nette, di solito anche nel weekend) e mi sembrava sbagliato cedere alla stanchezza dopo sole 3 – 4 ore. Quindi mi imbottivo di caffeina e andavo avanti, pur senza riuscire a sostenere i ritmi degli altri studenti.
Il prezzo che ho pagato in termini di salute per questo mio comportamento ve l’ho già spiegato. Ogni volta che in questi anni mi sono rivolta a dei medici per risolvere dei problemi la risposta è stata sempre la stessa: “studia meno”.La verità è che non riesco ad accettare questa cosa. Per rispettare i miei ritmi devo impiegare ancora diverso tempo per finire gli esami e l’idea che mi servano così tanti anni per concludere una triennale mi fa stare malissimo.
Analizziamo il problema.
-Mi sento indietro rispetto ai ritmi richiesti dalla società e questo mi fa sentire in difetto.
-Fatico a gestire la curiosità della gente: le persone che mi conoscono continuano a chiedere quando finirò gli esami e avverto del giudizio nelle loro parole. Non sopporto di poter essere considerata una perditempo che non ha voglia di impegnarsi.
-Il mio ritardo negli studi mi ha portata ad accantonare quasi tutti gli interessi che avevo, tra cui cinema e lettura, perché ogni volta che vi dedico del tempo il mio stupidissimo subconscio mi dice: “non puoi dedicarti agli hobby, devi studiare!!!” e io mi sento in colpa, anche se comunque non riuscirei ad impegnare tutto quel tempo con lo studio. Questo ha reso la mia vita grigia e spenta.
-Sono recidiva: ogni volta che ho un esame finisco per studiare più di quello che la mia resistenza mentale mi consente e poi mi devo fermare per settimane intere per rimettere insieme i cocci.
-Prima di iniziare l’università ero già una persona con pochissima autostima ma ci tenevo tantissimo alla mia formazione. Ora, il fatto di sentirmi inadeguata allo studio ha fatto venire meno l’unico motivo che mi rendeva orgogliosa di me stessa.Giorni fa vi ho scritto: “Apparentemente i miei problemi ruotano intorno all’università, ma credo che più in generale derivino dalla mia incapacità di accettare i fallimenti e affrontare il giudizio degli altri”. (E c’è anche un problema di autostima). Intendevo esattamente questo. Tutto questo casino è venuto fuori con l’università, ma potrebbe capitare anche in altri ambiti della mia vita.
A ben vedere, i motivi che mi hanno portata a questa situazione sono futili, ma le conseguenze che hanno prodotto non lo sono, perché la sofferenza che ho vissuto e che sto cercando di superare è reale e soffocante.
Ecco, scrivere questo papiro mi ha aiutata a sciogliere un po’ la matassa.
3 Giugno 2020 alle 14:59 #35642Volontario
ModeratoreCarissima Arda,
Innanzitutto ci fa piacere sapere che scrivere ti aiuta a fare chiarezza dentro di te e ci permettiamo di darti un consiglio: quando ricevi una nostra riposta, non avere la fregola di rispondere subito. Leggi la nostra risposta una prima volta, meditala, rileggila un’altra volta a distanza di tempo dopodiché, se lo riterrai opportuno, rispondici.
Ti diciamo questo perché in quello che noi scriviamo ci sono dei pensieri e degli inviti a riflettere che devono essere lasciati sedimentare in modo che possano attecchire come semi nel terreno arato; lo diciamo per il tuo bene.
Si tratta della regola fondamentale dell’ascolto anche se tra di noi avviene in modalità scritta.
Siamo contenti dei tuoi piccoli passi riguardo al tuo rapporto con il corpo, il fatto che ti stai allenando un po’ e che ti stai informando per frequentare una palestra.
Se tu pensi che alla base del tuo malessere ci sia la dinamica dello studio è senz’altro importante approfondirla per cui seguiamo e cerchiamo di arricchire il tuo ragionamento.
Il primo pensiero che ci viene in mente è: “Ma chi l’ha detto che per andare bene all’università bisogna studiare 8 ore al giorno ?”.
Forse per te è sufficiente seguire la lezione, studiare “solo” 4 ore e coltivare anche i tuoi interessi nelle restanti 4 permettendoti di ricaricare le energie.
Questo che ti diciamo non è LA “formula magica” ma un invito a trovare la tua modalità di studio; quella che ti porta risultati anche se è diversa da quella che usano gli altri ragazzi. Tutti coloro che studiano così tanto superano sempre tutti gli esami od ottengono sempre voti brillanti ?
Quindi non è necessario omologarsi alla società ma trovare la propria specificità. Quale pensi che possa essere la tua modalità di studio ?
Trovare la tua modalità ti permette di risolvere i problemi pratici che tu stessa noti:
– ritagliati del tempo per dedicarti ai tuoi hobbies che non devi vedere come “tempo sottratto allo studio” ma come modalità per ricaricarti;
– ottimizzando il tuo tempo di studio, non sei costretta a fermarti per intere settimane per rimettere insieme i cocci;
– trovando la tua modalità di studio non ti sentirai inadeguata perché avrai uno schema tuo, che è funzionale per te e – siamo certi – a breve otterrai i risultati che tanto speri (superare gli esami senza essere fisicamente distrutta).
Pertanto ti diamo un “compito”: trova la modalità di studio adatta a te, senza fare paragoni con i tuoi compagni di classe. Anche perché, per la società sono più importanti i risultati !
Un grande abbraccio e speriamo di leggerti presto (ma non troppo !).
:cheer: :cheer: :cheer: :cheer:5 Giugno 2020 alle 05:36 #35654Arda
PartecipanteCiao!
Vi chiedo scusa se vi ho dato l’impressione di non ascoltare le vostre parole, vi assicuro che continuo a riflettere sui vostri post anche dopo una risposta un po’ impulsiva. Ora vi risponderò con più calma“Il primo pensiero che ci viene in mente è: “Ma chi l’ha detto che per andare bene all’università bisogna studiare 8 ore al giorno ?”.”
Avete ragione, è una cosa estremamente soggettiva e ciò che conta di più non è la “quantità”, ma la “qualità” dello studio.
Mi sono resa conto che non ho espresso bene ciò che volevo dire con quella riflessione, ora cerco di spiegarmi meglio.“Forse per te è sufficiente seguire la lezione, studiare “solo” 4 ore e coltivare anche i tuoi interessi nelle restanti 4 permettendoti di ricaricare le energie.’
Purtroppo io sono una lumachina. Per un semestre, quando ero al terzo anno, questo è stato sostanzialmente ciò che ho fatto. Ho cercato un equilibrio: ogni giorno seguivo le lezioni, studiavo e poi, quando mi sentivo troppo stanca, invece che continuare a “spremermi”, andavo a fare delle passeggiate nella natura o in città per rilassarmi e ricaricare le energie. In quei mesi ho anche iniziato a dedicarmi all’attivismo per i diritti umani, che è una cosa che mi sta profondamente a cuore. Quel periodo per me ha rappresentato una parentesi felice: avevo studiato in modo lucido ed efficace, avevo ridotto lo stress, ero felice e super motivata, e per una volta ero arrivata alla sessione senza sembrare uno zombie.
Il punto è che questo tentativo a livello di rendimento mi era sembrato un fallimento, perché non sono riuscita a raggiungere neanche lontanamente i risultati che avevo ottenuto con lo studio stressante di prima, perlomeno in termini quantitativi. A quel tempo ho pensato “se continuo a studiare con questo ritmo mi laureo a cent’anni”.Con quel ragionamento sulle ore di studio intendevo dire questo. Ispirarmi ai ritmi dei miei compagni di corso è stato l’unico modo che mi ha permesso di passare un buon numero di esami in tempi contenuti, ma si è capito che non fa per me. Studiare in modo diverso – in un modo più adatto a me – mi consente di stare meglio, ma mi fa procedere in modo lento.
“Quindi non è necessario omologarsi alla società ma trovare la propria specificità. Quale pensi che possa essere la tua modalità di studio ?”
Di certo omologarmi alla massa è stata una cosa nociva e inutile. La mia modalità ideale di studio è quella che vi ho descritto sopra, senza dubbio, ora devo solo adattarla alla situazione attuale, dato che nel frattempo mi sono trasferita. Ma questa cosa non rappresenta un problema. L’ostacolo è solo accettare che impiegherò ancora diverso tempo per concludere il mio percorso, ma ci sto lavorando. Ciò che mi ha mandata in crisi è proprio il fattore tempo, per tanti motivi.
Non esiste un metodo di studio che mi consenta di mantenere i ritmi che vorrei, ma va bene così, non c’è nulla di male e non significa che io sia sbagliata. Ho iniziato a interiorizzare questa cosa mentre scrivevo il post precedente. Sembra assurdo che io ci arrivi solo ora, ma la verità è che per anni mi sono autoconvinta di essere sbagliata, di non fare abbastanza, sempre in preda ai sensi di colpa.“trovando la tua modalità di studio non ti sentirai inadeguata perché avrai uno schema tuo, che è funzionale per te e – siamo certi – a breve otterrai i risultati che tanto speri (superare gli esami senza essere fisicamente distrutta).”
Sicuramente ci guadagnerò in serenità, in salute, e anche in interesse per ciò che studio, perché la fretta e lo stress uccidono la curiosità e la voglia di imparare, che vengono sostituite dalla smania di passare l’esame.
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