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Volontario.
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- 24 Luglio 2019 alle 20:10 #3573
Notturno
PartecipanteCiao a tutti, mi chiamo Marco e sono nuovo su questo forum.
Scrivo qui per avere dei pareri su ciò che mi è successo e su ciò che continua a succedermi, dico pareri perché so che non è facile fornire un aiuto valido a distanza visto che è già difficile per uno psicologo o psicoterapeuta farlo di persona.
La mia storia è molto lunga, mi scuso se sarò troppo prolisso.
Già dai tempi della mia infanzia/adolescenza per me affrontare la quotidianità è stato parecchio difficile, alle medie sono capitato in una classe di ragazzi più agiati di me economicamente e quindi per il mio abbigliamento un po’ “vintage” ero spesso preso di mira, nel giro di pochi mesi diventai il bersaglio fisso dei più bulletti che inventarono anche che puzzavo, facendomi stare in un continuo disagio e tensione per tutti e tre gli anni di scuola media.
Sicuramente questo ha influito molto sul formarsi della mia personalità che divento quella di una persona profondamente insicura e alquanto passiva.
Passarono gli anni e cominciai le scuole superiori e con mia somma sorpresa venni subito accettato e mi integrai a perfezione con i miei nuovi compagni. (Ad oggi posso dire che sicuramente quello è stato il periodo migliore della mia vita in assoluto) Stare bene in compagnia per me era una cosa nuova e si può dire che mi desse alla testa, facendomi trascurare gli studi anche avendo buone capacità e per tanto venni bocciato nel primo anno.
Nelle vacanze estive conobbi un amico che fumava marijuana e in poco tempo cominciai a farlo anche io.
Mi dava un senso di pace profonda togliendomi ogni pensiero negativo e allo stesso tempo mi faceva sentire ribelle.
Questo mi faceva sentire più forte caratterialmente e molto presto cominciai ad abusarne, pensando che tanto non mi potesse accadere niente in quanto droga leggera.( pensiero comune fra i giovani, che ad oggi so con certezza essere assolutamente errato)
Nel giro di cinque mesi seppur non accorgendomene cominciai a cambiare comportamento e il mio modo di vedere la vita. Lasciai la scuola e l’unica cosa che mi interessava era fumare tutto il giorno e andare in giro a far niente con i miei amici. Cominciai ad avere bisogno sempre di più soldi e per averli non mi facevo problemi a farli sparire in casa, pur sapendo che erano molto pochi.
Finii nei guai con la legge per una sciocchezza, che però bastò a farmi finire per pochi giorni in una specie di carcere minorile. Non so come ho fatto a non rendermi conto di quanto problematica e sbagliata stava diventando la mia vita.
Continuai a fumare e conobbi una ragazza di cui mi innamorai subito ma il suo passato “libertino” mi faceva stare male e mi fissavo a pensarci e ripensarci fino ad arrivare ad avere un esaurimento nervoso ( o almeno così credevo allora) che mi fece crollare in uno stato delirante dove immaginavo e credevo vere, cose che non stanno ne in cielo né in terra.
I deliri durarono all’incirca tre mesi dopodiché mi ripresi da solo senza l’aiuto di psicologi.
Purtroppo in quei tre mesi feci molte brutte figure in giro perché i miei amici (e non) ebbero modo di vedermi avere dei comportamenti e di sentirmi fare discorsi completamente al di fuori della realtà. Questo mi ha fatto chiudere profondamente in me stesso facendomi sentire a disagio se in presenza di persone che non fossero la mia famiglia o la mia ragazza.
Passai un periodo molto difficile in quanto il mio paese è piccolo e la voce si sparge in fretta. Ovunque andassi mi sentivo osservato e non sapevo come uscire da questa situazione.
Siccome fumavo ancora e molto, ebbi un idea geniale: Spacciare (ironia portami via).
Nella mia eccelsa mente se mi fossi messo a spacciare sarei riuscito a dimostrare che non ero diverso, che non ero pazzo ma che avevo avuto un semplice incidente per il troppo stress. So che è un ragionamento assurdo ma è l’unica soluzione che trovai.
Passarono tre lunghi anni e pian piano ricominciai con gran fatica a farmi vedere in giro ogni tanto ed a uscire con degli amici.
Con la mia ragazza avevo un rapporto amore e odio, certi suoi comportamenti mi facevano stare male e a volte restare insieme era davvero stressante. Un giorno, tre anni dopo il primo,ecco ripresentarsi il mio problema con deliri più forti della prima volta ma della stessa durata e anch’esso risoltosi da solo senza aiuto di psicologi ne dottori.
Con la mia ragazza ci lasciammo, o meglio mi lascio lei proprio per ciò che era successo e questo mi ha letteralmente distrutto.
Non volevo più neanche restare al mondo, volevo solo riuscire ad avere il coraggio di farla finita, ci ho pensato seriamente per svariati mesi prima che un mio amico che reputo un fratello riuscisse a farmi uscire, a farmi alleggerire un po’ il dolore che portavo dentro per ciò che era successo e a farmi capire che dovevo in qualsiasi modo ricominciare a vivere, anche se non ci sono riuscito. Avrei dovuto cambiare vita e abitudini malsane ma non l’ho fatto, non ci riuscivo proprio. Ho cominciato a fumare ancor di più di prima e mi sono contorto nella mia depressione ormai esasperata andando avanti giorno per giorno senza una meta, senza un progetto cercando di fumare il più possibile per riuscire a non pensare, per riuscire a staccare il cervello da tutto quello che mi era successo.
Si avvicinò a me una ragazza che mi voleva conoscere e fece di tutto pur di riuscirci, ma la respinsi perché non riuscivo a immaginare di nuovo la mia vita vicino a qualcuno.
Passati ancora altri tre pessimi anni il problema si è ripresentato ancora…e ho capito che non si trattava di esaurimenti nervosi ma di psicosi da cannabis, un problema che non si presenta in tutti gli assuntori della sostanza ma in una piccola parte e per questo poco conosciuta fra i giovani. Mi sono ripreso anche dall’ultimo episodio da solo dopo quattro mesi di deliri in cui ho combinato di tutto e di più, ho anche fatto dei debiti che ad oggi che è quasi passato un anno non ho ancora saldato.
Mi sono chiuso in casa, da quasi un anno ormai, vado a dormire alle 8 del mattino e dormo fino alle 18 per poi alzarmi e fissare il cellulare scorrere la home di Facebook o guardare la tv.
So benissimo che non è una vita normale ma purtroppo è tutto ciò che riesco a fare da un anno a questa parte.
Ho completamente perso me stesso, sempre ammesso che lo abbia mai trovato un me stesso,non so nemmeno questo perché la mia vita dai quattordici anni è stata un continuo fumare e andare allo sbando lavorando di tanto in tanto quando si presentava l’occasione.
Ora ho 24 anni e mi sento un fallito, un buono a nulla, non mi sento più neanche una persona.
Non ho; e so che non arriverà la forza per uscire e ricominciare a vivere nel mio paese..ci sono troppe persone che sanno solo ciò che hanno visto, le psicosi da cannabis non sono molto comuni quindi penseranno sicuramente che ho problemi mentali e non sopporterei i loro occhi che mi guardano come fossi diverso da loro o come un qualcosa/qualcuno da deridere, gli stessi occhi che mi guardavano alle medie solo un po’ invecchiati e con più arroganza. Non so veramente più dove sbattere la testa. Il tempo passa e io resto fermo a stare male e a cercare di reprimere quel dolore che mi logora dentro da troppo tempo ormai, vedo svanire ogni giorno di più la speranza di una vita normale .25 Luglio 2019 alle 17:59 #34724Volontario
ModeratoreCarissimo Marco,
benvenuto nel forum!
Siamo felici che tu abbia deciso di scriverci.
Sembra che tu sia entrato in un circolo vizioso, la paura di essere un fallimento e che la tua vita non abbia un senso ti paralizzano, negandoti la possibilità di dimostrare a te stesso il contrario.
Ma pensi di poter accettare questo rischio? Il rischio di sperare?
Credi di poterti concedere una possibilità e di dubitare del fatto che non vali nulla?
“Non so più dove sbattere la testa”.
Non sai che direzione prendere e resti immobile a guardare il vuoto che ti circonda.
Ma quel vuoto si chiama libertà.
Puoi andare dove vuoi! Si tratta solo di ritrovare il coraggio di muovere il primo passo.Non “aspettare” di ritrovare te stesso, parti alla ricerca!
Ti va di parlaci di quella che per te è la “vita normale”, di come la immagini?
Noi intanto ti mandiamo un abbraccio e un grande sorriso!
A presto
25 Luglio 2019 alle 19:59 #34725Notturno
PartecipanteInnanzitutto grazie per avermi risposto e ricambio subito l’abbraccio ed il sorriso.
Parto dicendo che non sono sempre stato così, prima che avessi il primo episodio di psicosi da cannabis e che quindi mi mettessi in ridicolo davanti agli occhi altrui ci credevo in me, il problema è che dopo quell’avvenimento mi è crollato il mondo addosso, non tanto per il problema in sé, perché l’ho affrontato e comunque non credo che si ripresenterà se non faccio più uso di marijuana, ma perché il sentirmi osservato da occhi di persone che credono che io abbia problemi mentali mi ha piano piano distrutto, sono una persona che purtroppo non è molto sicura di sé e quindi ho bisogno di sapere che chi ho intorno ha un idea buona di me ,o perlomeno che mi considerino una persona comune, solo in questo modo posso sentirmi a mio agio.
Vivere in un ambiente ostile e non sentirmi parte di un gruppo mi ha sempre più fatto chiudere in me stesso e sprofondare in una brutta depressione tanto da non riuscire più a stare bene con gli altri, neanche con chi conosco da tempo.
Una possibilità per ricredermi sul fatto che non valgo nulla sicuramente vorrei concedermela ma non so proprio come fare, uscire di nuovo nel mio paese è un peso troppo grande da sopportare, non ce la farei, mi sentirei soltanto più in imbarazzo con me stesso di quanto già mi senta ora.
Forse dovrei riuscire a cambiare città e ricominciare a ricostruirmi una vita altrove ma sento di non averne le forze.
Per me una vita normale è una vita che è degna di essere vissuta, una vita in cui magari non ti risvegli con l’entusiasmo al massimo ogni giorno ma che almeno non ti faccia star male solo il pensiero di dover affrontare un nuovo giorno. Una vita dove io possa essere in pace con me stesso senza avere troppi problemi nel relazionarmi con gli altri, che siano amici, colleghi o delle ragazze; e infine riuscire ad avere un lavoro dignitoso che mi permetta di costruire qualcosa. Questo che dovrebbe essere la normalità per un ragazzo della mia età mi sembra invece un sogno molto ma molto difficile da realizzare. E questo mi fa molta paura, perché il tempo scorre e la ma vita da sette anni ormai è ferma in un incubo da cui non riesco a svegliarmi, e da un anno a questa parte non si può neanche chiamare vita dato che sono barricato in casa.
Grazie del tempo che mi state dedicando.27 Luglio 2019 alle 07:30 #34731Volontario
ModeratoreCaro Marco,
stai tranquillo, siamo qui per trovare insieme delle soluzioni su misura per te, qualcosa che ti stimoli, senza chiederti troppo col rischio poi di aumentare la tua insicurezza e la tua paura, ma partendo da quello che adesso sei in grado fare.
Ci hai detto che affrontare i giudizi degli abitanti del tuo paese è un peso troppo grande. Cosa ci dici invece dei tuoi amici? Nell’ultimo anno sei rimasto in contatto con qualcuno? C’è una persona con la quale ti sentivi particolarmente compreso e a tuo agio (per esempio quell’amico che consideri un fratello) e che potresti ricominciare a frequentare?
Scrivi anche “Forse dovrei riuscire a cambiare città e ricominciare a ricostruirmi una vita altrove ma sento di non averne le forze”, che è perfettamente comprensibile;-) Ma se invece di partire per sempre e ricominciare da zero, si trattasse di fare un’esperienza lontano da casa per un breve periodo? Ti piacerebbe, potresti farlo? In quel caso ci sono tantissime opportunità, per esempio tramite il wwoofing puoi farti ospitare da un’azienda agricola in qualsiasi parte d’Italia o all’estero, collaborando all’attività anche solo per qualche settimana!
Invece quando parli di “un lavoro dignitoso che mi permetta di costruire qualcosa” a cosa pensi? Che cosa ti piace fare, per cosa sei portato? Sei un tipo più mentale o più pratico?
Ci sembra di averti fatto abbastanza domande per il momento
Aspettiamo le tue risposte!
A presto e tanti sorrisi!
28 Luglio 2019 alle 20:43 #34737Notturno
PartecipanteBuonasera, riguardo i miei amici la situazione è un po’ complicata, perché dopo essermi messo con la mia ex ragazza, o dopo il primo episodio di psicosi, li ho allontanati quasi tutti. Il motivo è che mi sentivo a disagio a stare con loro, il problema non erano loro ma io, mi sentivo a disagio per ciò che era successo, mi sentivo strano in compagnia, in un certo senso inferiore a loro, anche se non so se inferiore è il termine giusto per descrivere ciò che provavo.
Riuscivo a stare solo con il mio appunto, quasi fratello, forse perché mi fidavo di lui più degli altri o forse perché vedevo in lui una forte voglia di trascorrere del tempo con me anche solo parlando del più e del meno e notavo che lui pur avendo molti amici con cui magari passare una serata in centro a fare un po’ il giro dei locali, preferiva stare con me che mi isolavo già da allora stando lontano dai posti frequentati normalmente dai ragazzi di quella eta.
Dopo il secondo episodio rimasi in contatto solo con lui, mi isolai del tutto proprio come ora, e dissi a tutti i miei conoscenti che mi trovavo in un altro paese, uscivo una volta a settimana facendomi venire a prendere dal mio amico quando era buio e facendo bene attenzione a non farmi notare, e andavamo in campagna sua dove cazzeggiavamo fumando e parlando del più e del meno per tre o quattro ore.(io non smettevo di fumare perché attribuivo ciò che accadeva a degli esaurimenti e non a psicosi provocate dalla sostanza)
Andai avanti così per otto mesi per poi uscire una volta aver pagato i debiti lasciati in giro e dopo aver trovato la forza di rimettermi in gioco, anche se ora, a mente lucida mi rendo conto che una volta uscito ero come una foglia in balia di un uragano, non avevo il controllo di ciò che facevo, mi mettevo nei guai acquistando erba che poi non riuscivo a pagare e una volta risolto il problema lo rifacevo senza rendermi conto di come stavo vivendo, o meglio, me ne rendevo conto ma non riuscivo a smettere, perché fumare teneva impegnata la mia testa non facendola pensare a come mi sentivo annientato da ciò che mi era capitato. Il mio amico aveva lasciato il paese per lavoro e io uscivo con un paio di amici con i quali in comune avevamo solo la stessa dipendenza e con i quali ci potevo solo stare assieme per fumare perché altre prospettive di uscita non ne avevamo.
Ora mi trovo in una situazione ancora peggiore degli otto mesi dopo il secondo episodio, perché questa volta la forza di rimettermi in gioco non ce l’ho più, o perlomeno non nel mio paese.
Ho interrotto i contatti con la maggior parte dei miei vecchi amici, tranne due che ogni tanto mi scrivono a cui ho detto che non sono più in paese. Gli altri non hanno neanche voluto sapere cosa mi fosse successo e come mai d’un tratto sono sparito. Solo “mio fratello” sa che sono chiuso in casa e non si spiega come faccio. Lui è sempre fuori per lavoro ma anche se fosse qui questa volta non riuscirei ad uscirci perché mi sento troppo a disagio già con me stesso per ciò che è successo e per come ho reagito, figuriamoci con gli altri.
Per quanto riguarda andare via, fare un esperienza come wwoofing comporterebbe comunque un cambio drastico della mia quotidianità ormai piatta, e quindi una volta riuscito a fare il passo preferirei riuscire a trovare un lavoro che mi permetta di stabilirmi in un altra città, anche se la vedo molto difficile come cosa.
È dura per me accettare il fatto che nel mio paese non riuscirei più a vivere per quello che ho passato, perché questo mi fa sentire una persona infinitamente debole però purtroppo è la cruda realtà.
Nell’ambito lavorativo credo di essere più un tipo pratico che mentale. Ho lavorato nei campi, in un fruttivendolo e in una fabbrica di infissi, Dei tre ho preferito la fabbrica, perché nei campi è davvero molto stancante e non ben retribuito a mio parere, il fruttivendolo invece è parecchio stressante come lavoro, perché la frutta va a male molto velocemente e poi mi è capitato di avere a che fare con persone con pretese assurde e molto irrispettose nei confronti di una persona che si alza alle quattro del mattino per poter far mangiare la propria famiglia. In fabbrica invece pur essendo un lavoro faticoso c’era più tranquillità.
Non so bene per cosa sono portato perché non mi conosco bene su questo aspetto, so però che dove ho lavorato ho fatto sempre una buona impressione perché sono uno che si da da fare.Grazie ancora per il tempo che mi dedicate.
29 Luglio 2019 alle 17:18 #34744Volontario
Moderatoreciao Notturno!
Grazie della fiducia che ci dai nel confidarci le vicende della tua vita.Ci racconti di aver fatto diverse esperienze lavorative, e questo e’ sicuramente una risorsa da non sottovalutare,inoltre ci dici che fai subito una buona impressione perche’ sei un tipo che si da’ da fare, ed anche questa e’ una preziosa qualita’ !
Che intendi fare per cercare di sfruttare al meglio i tuoi doni?
Che cosa ti piace? cosa ti appassiona? o ti appassionava quando eri piccolo?
Sei stato in qualche centro Asl per parlare chiaramente dei tuoi problemi legati al fumare? Magari in una citta’ vicino alla tua? cosi’ non incontreresti nessuno che ti conosce!
Oppure in un consultorio,o da un counsellor per capire come puoi stare meglio di salute?un abbraccio ed aspettiamo presto tue notizie
1 Agosto 2019 alle 19:17 #34757Notturno
PartecipanteCiao, sinceramente non ho la minima idea di come fare a sfruttare le mie risorse, al momento non riesco a pensare a niente, non so come fare ad affrontare il mio futuro perché mi sento estremamente debole e fuori dal mondo.
Una vera e propria passione non l’ho mai avuta, non so cosa voglia dire essere appassionato di qualcosa. Da bambino magari avevo passatempi in cui mi divertivo di più, come magari giocare con un pallone da basket, non al gioco vero e proprio ma più a tiri liberi. Da più grande ogni tanto mi piaceva andare a pesca con la canna, ma parlo sempre di passatempi non di passioni vere e proprie, anche perché non mi sono scoperto tanto su questo aspetto in quanto a quattordici anni più o meno incominciai a fumare, e si sa che si perde interesse un po’ in tutto fumando, diventando più pigro e svogliato. Questo è diventato un problema vero proprio, perché ora che non fumo più anche se non fosse successo niente che mi avesse fatto isolare, non saprei come trascorrere il mio tempo libero dato che per molto tempo l’unico passatempo era fumare con gli amici in ogni situazione possibile, credo che mi sentirei strano e poco interessato a svolgere altre attività, e non sono il tipo di ragazzo che la sera esce e gira per i bar a bere. In poche parole non saprei proprio come trascorrere il tempo anche se uscissi.
No, non sono andato da nessuna parte a parlare dei miei problemi. L’unica psicologa che ho visto in vita mia è quella del Ser.t. dove mi mandarono quando fui arrestato, in quanto minorenne trovato positivo alle analisi per il thc e ricordo che mi fece una brutta impressione quando mi chiese di disegnare un albero. Io avevo 16 anni e mi sembrò ridicolo cercare di capire la mia personalità e il rapporto con la mia famiglia in base ad una chioma o a delle radici, perché credo che un ragazzo magari disastrato ma con una passione per il disegno potrebbe disegnare un albero perfetto e invece magari un ragazzo con una vita perfetta ma negato per il disegno farebbe un obbrobrio.
Poi forse sono io ad essere presuntuoso giudicando queste cose senza sapere niente di psicologia.
Fatto sta che credo che mi servirebbe a poco incontrare uno psicologo o un consuellor, perché la psicosi è rientrata del tutto già da mesi e per quanto riguarda come mi sento penso che non ci sarebbe nessuno in grado di migliorare la situazione se non io stesso.
Ma è come se si sia rotto un qualcosa dentro di me e purtroppo penso che questo ha modificato il mio modo di vedere le cose, e così facendo inevitabilmente anche la mia vita, che ora mi appare profondamente cupa, a tratti invivibile.4 Agosto 2019 alle 16:07 #34765Notturno
PartecipanteAttendo vostre risposte
6 Agosto 2019 alle 11:53 #34766Volontario
ModeratoreCiao Marco Eccoci qua.
Allora in realtà tu ti trovi in una situazione in cui non hai passioni, non hai hobby o particolsri interessi e non sai davvero che cosa fare.
Però sai che devi per forza fare qualcosa.
Proviamo a vedere, dentro di te tu cosa saresti disposto a fare?
Forse partendo da quello che tu senti possibile, ti sarebbe più facile arrivare a una soluzione?Dal nostro punto di vista l’idea di trascorrere un periodo un mese 2 mesi 3 mesi all’estero o altrove a fare un’esperienza di volontariato o di lavoro potrebbe essere quella cesura, quello stacco di cui hai bisogno per recuperare dentro di te le energie volitive, quelle che ti fanno dire mi piace questo e lo voglio fare, non mi piace quello e non lo voglio fare. Tu sei stato veramente bravissimo da solo e senza aiuto a uscire da una dipendenza così forte che ti provocava addirittura stati psicotici che con la sostanza che usavi sono di una rarità eccezionale. Quindi ancora di più sei stato bravo a staccare da questa dipendenza. Però ora forse occorre un aiuto esterno e se non sei disposto ad andare da uno psicologo magari un’esperienza lontano dal tuo paese dove nessuno ti conosce e dove il tuo passato lo puoi archiviare e sentirti uguale a tutti gli altri, potrebbe farti bene e darti quella sicurezza, quella chiarezza di intenti che ora non senti per decidere come meglio proseguire nella vita.
Che ne pensi, che ci dici?
Intanto tanti sorrisi e su con la vita che a tutto c’è rimedio! - AutorePost
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